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Dragon Quest torna in grande stile con i classici ristrutturati

Dopo il lancio del terzo capitolo qualche mese fa, la storica saga di Erdrick si arricchisce con il ritorno dei primi due episodi, rinnovati in HD-2D.

La magia di Dragon Quest
Ammetto di avere una vera passione per Dragon Quest e per lo stile HD-2D, che ho imparato ad amare sin dai tempi di Octopath Traveler. Questo approccio è l’ideale per dare nuova vita ai classici, trasformando la pixel art del passato in un’esperienza tridimensionale senza compromettere la sua essenza e atmosfera. Il remake del terzo capitolo ha aperto la strada a un progetto più ambizioso che ci permetterà, nel 2025, di (ri)vivere anche i primi due capitoli, presentati in un unico pacchetto. Sarà un’occasione imperdibile per riscoprire la trilogia di Erdrick, l’eroe leggendario che ha fatto conoscere la saga al mondo alla fine degli anni ’80.

L’essenza dell’avventura
Nei due titoli che ho avuto modo di provare, ho trovato tutto ciò che ci si aspetta da un Dragon Quest classico, arricchito da una qualità della vita moderna. La struttura di gioco prevede un’alternanza tra esplorazione e combattimenti a turni, con l’aggiunta dell’auto-salvataggio ad ogni piano di un dungeon, un aiuto prezioso. I combattimenti, come da tradizione, sono impegnativi, tattici e possono risultare lenti, a meno che non si decida di attivare l’opzione per velocizzarli, rendendo l’esperienza più fluida.

Un viaggio incantevole
Ogni aspetto è esattamente come ci si aspetta: un JRPG tradizionale, ben strutturato e intuitivo. Le avventure si snodano tra colline verdi e cieli sereni, attraversando città vivaci e colorate, popolate da personaggi interessanti con cui interagire. Le musiche riescono a creare un’atmosfera che avvolge il giocatore, rendendo il mondo di gioco ancora più coinvolgente. L’effetto tilt-shift, che sfoca i bordi dell’immagine, conferisce al tutto un aspetto quasi in miniatura, ma magico.

Luoghi dell’anima
Le città e i villaggi di Dragon Quest sono veri e propri rifugi dell’anima, dove rilassarsi dopo aver affrontato dungeon pericolosi o esplorato angoli remoti della mappa. Ogni elemento è al suo posto per creare immagini suggestive. Tuttavia, la world map offre un ritmo sostenuto per quanto riguarda gli incontri casuali con i nemici. Un po’ più di tempo tra un incontro e l’altro sarebbe stato utile per favorire l’esplorazione. Questo porta a domandarsi se, pur mantenendo intatto il gameplay originale, si sarebbe potuto lavorare per rendere i nemici visibili. Purtroppo, questa è l’unica scelta che si avverte anacronistica in questi due titoli.

Scontri avvincenti
Gli scontri, come accennato, sono esteticamente gradevoli e mai banali nella difficoltà. Nella mia prova del secondo episodio, con un party di tre avventurieri, ho affrontato battaglie intense, anche contro sei mostri contemporaneamente. Ogni combattimento richiede una strategia attenta: individuare le vulnerabilità, difendere al momento giusto e curare i membri del gruppo. Giocare a Dragon Quest diventa quasi un puzzle, stimolante e coinvolgente, con una costante sensazione di pericolo che esalta il senso d’avventura.

Un’estetica incantevole
La vera bellezza di questi remake risiede nello stile grafico HD-2D. Questo aspetto rende la riscoperta di Dragon Quest davvero coinvolgente, con paesaggi così affascinanti da spingere a esplorare ogni angolo, prima ancora di scoprire come si sviluppa la trama. I castelli e le ambientazioni restituiscono una vibrante atmosfera medievale.

Musica e atmosfera
A rendere l’esperienza ancora più immersiva ci sono le colonne sonore originali riarrangiate, che danno vita a un’atmosfera magica e unica. Il male si insinua, trama e inganna, ma c’è anche spazio per la bellezza del quotidiano, con un clima favorevole e una natura rigogliosa che caratterizzano la raffinata visione di un medioevo rivisitato in chiave orientale.

Una sfida per i nuovi giocatori
Tuttavia, per alcuni, godere appieno di questa atmosfera potrebbe significare confrontarsi con una struttura di gioco che, pur essendo più accessibile grazie a nuove opzioni, può risultare impegnativa per i giocatori più giovani o per chi è abituato a JRPG più user-friendly. Il lavoro svolto sembra ben fatto, ma sarà interessante testarlo a fondo nei prossimi mesi, soprattutto in attesa di una data di uscita più precisa. L’attesa per i nuovi JRPG è palpabile, e dopo il successo del terzo capitolo, ci aspettiamo grandi cose anche da queste avventure rinnovate.