Dopo un lungo periodo di silenzio e diverse notizie su uno sviluppo problematico, Naughty Dog ha ufficialmente abbandonato il suo progetto di multiplayer online per The Last of Us. Inizialmente, era previsto come una modalità online da abbinare a The Last of Us Part II, simile a come Factions accompagnava il primo gioco. Tuttavia, nel corso del tempo, l’idea e la direzione di questa modalità sono cambiate, portando alla decisione di trasformarla in un titolo autonomo. Dopo oltre tre anni, con solo alcune immagini concettuali mostrate, il progetto è stato definitivamente cancellato.
Sebbene ciò possa deludere i fan di Naughty Dog che attendevano con entusiasmo un gioco live-service ambientato nell’universo di The Last of Us, la sua cancellazione si è rivelata necessaria per la compagnia. È una scelta difficile, ma che permetterà allo studio di continuare a concentrarsi su ciò che sa fare meglio, piuttosto che seguire le tendenze del momento.
Tagliare le perdite
Il comunicato ufficiale di Naughty Dog spiega chiaramente le ragioni alla base della decisione di fermare la produzione: lo studio desiderava investire lo stesso tempo, cura e ambizione in ogni aspetto di The Last of Us Online come farebbe per un titolo single-player. Dopo essersi evoluto in un progetto live-service completo, mantenere quel livello di qualità sarebbe diventato l’unico obiettivo dello studio. Con la consapevolezza della strada che stava per intraprendere, Naughty Dog si è trovata a dover scegliere tra diventare uno studio dedicato esclusivamente a The Last of Us Online o continuare a creare esperienze single-player che hanno contribuito a definire l’immagine moderna di PlayStation. È stata una decisione difficile, ma inevitabile.
In futuro, PlayStation non avrà certo carenza di titoli live-service. Secondo le indiscrezioni, sono attualmente in fase di sviluppo 12 giochi (anche se quel numero potrebbe ora essere 11), con metà di essi previsti per il lancio entro la fine del 2025. Naughty Dog ha già sperimentato con offerte multiplayer di successo sin da Uncharted 2, ma mai in un contesto live service. Anche se c’era un certo entusiasmo tra i fan per vedere come uno studio con forti capacità narrative e presentative affrontasse questo genere, non c’erano prove concrete che potesse funzionare. Anzi, i rapporti suggerivano il contrario. Anni di ritardi, rielaborazioni e una valutazione negativa da parte di Bungie indicavano un progetto in difficoltà. Tuttavia, la cosa più preoccupante è stata il silenzio. A parte alcune immagini concettuali, praticamente nulla è stato rivelato sul gioco.
Naughty Dog aveva già messo le basi per questa notizia mesi fa, quando ha annunciato che, pur continuando a lavorare su The Last of Us Online, stava anche sviluppando un gioco single-player. Non è chiaro se la decisione di abbandonare completamente il progetto sia stata presa all’epoca o successivamente, ma è stato un chiaro segnale ai fan che non avrebbe abbandonato le sue radici. L’annuncio della cancellazione di The Last of Us Online si conclude con la dichiarazione che lo studio sta lavorando su “più di un ambizioso e nuovo gioco single-player”, rassicurando ulteriormente i fan che il Naughty Dog che amano tornerà.
Tre anni e oltre spesi su un progetto che non ha mai visto la luce non sono un’esperienza che molti studi possono sopportare. I più colpiti sono i programmatori che hanno dedicato anni della loro passione e impegno a questo gioco, solo per vederlo svanire senza nulla da mostrare per il loro lavoro — e la situazione è ancora più difficile per coloro che sono stati licenziati. Non dovrebbe mai essere un prezzo da pagare per uno studio che si rende conto di aver intrapreso una direzione per cui non era pronto. Nessuna delusione per un gioco cancellato dovrebbe compromettere l’empatia umana.
Non sappiamo cosa riserverà il futuro a Naughty Dog, se non un ritorno ai titoli single-player, ma questa non è affatto una cattiva notizia. Anzi, è sicuramente meglio che aspettarsi che uno degli studi più vitali del settore videoludico si limiti a offrire un shooter multiplayer pieno di microtransazioni per un lungo periodo.