Videogiochi

Microsoft e l’acquisizione di Activision Blizzard: rivelazioni sorprendenti

Siamo giunti a un momento cruciale negli sforzi di Microsoft per acquisire Activision Blizzard, l’editore di Call of Duty e World of Warcraft, poiché la causa intentata dalla FTC è stata presentata di fronte a un giudice. Durante l’udienza hanno partecipato rappresentanti di Microsoft, Sony, Nintendo, Google e Nvidia, insieme a vari analisti che hanno presentato dati per valutare se questa acquisizione potesse danneggiare la concorrenza nei mercati delle console e del cloud gaming.

Poiché l’industria dei videogiochi è rinomata per la sua riservatezza, questo processo ci ha offerto uno sguardo senza precedenti sulle motivazioni di Xbox, PlayStation e Activision, rivelando affermazioni passate e errori. Tra le numerose rivelazioni, cinque dettagli si sono distinti, offrendo una visione illuminante delle dinamiche interne dell’industria videoludica.

La vera motivazione di Microsoft nel cloud gaming

Dal 2019, Microsoft è diventata uno dei maggiori sostenitori del cloud gaming, affiancando aziende come Nvidia, Amazon e Google. Inizialmente, l’azienda sosteneva che il suo obiettivo principale fosse far conoscere i suoi giochi più iconici, come Halo, a un pubblico più ampio. Tuttavia, il processo ha rivelato una motivazione secondaria: Microsoft sperava che il cloud gaming le offrisse un vantaggio nel mercato dei giochi mobili, dove Xbox ha faticato a imporsi.

Phil Spencer, capo di Xbox, ha spiegato: “Abbiamo creato xCloud consapevoli che su Xbox abbiamo molti giochi che girano sulla nostra console. Ci sono molti utenti in tutto il mondo che possiedono telefoni che non possono riprodurre quei giochi.” Tuttavia, l’uso più comune del cloud gaming si è rivelato essere quello dei giocatori di console che provano un gioco prima o durante il download. Anche se Microsoft desidera minimizzare l’importanza del cloud gaming per il suo business, questo rimane un tema centrale nella discussione riguardo all’acquisizione.

Rimpianti di Activision per Call of Duty su Nintendo Switch

La Nintendo Switch si è affermata come una delle console più riuscite di Nintendo, ma i giochi di Call of Duty sono inspiegabilmente assenti dalla piattaforma dal suo lancio nel 2017. Se l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft andrà a buon fine, l’azienda prevede di portare Call of Duty sui sistemi Nintendo. Bobby Kotick, CEO di Activision Blizzard, ha ammesso che non averlo fatto è stata una “cattiva decisione” da parte sua, influenzata dalla scarsa performance della Wii U.

Kotick ha dichiarato: “Ho fatto un cattivo giudizio. Quando ho visto il prototipo della Switch, era diverso rispetto a quello della Wii. Pensavo che la Wii fosse la console di videogiochi più straordinaria mai creata. Quando ho visto i prototipi della Switch, ero preoccupato perché cercavano di realizzare molto con una console che aveva anche una capacità portatile.” Questo offre uno sguardo raro sul processo decisionale di un editore riguardo all’ingresso in una nuova piattaforma.

Xbox ha considerato l’acquisizione di numerosi studi

Tra il 2018 e il 2021, Xbox ha acquisito o fondato oltre 15 studi, ma il processo ha rivelato che non sono stati gli unici studi presi in considerazione da Microsoft. Documenti legali hanno rivelato aziende potenzialmente interessate da Microsoft intorno al 2020, tra cui i noti editori giapponesi Sega e Square Enix, che Microsoft stava tentando di attrarre nonostante dichiarazioni pubbliche contrarie.

Il documento ha rivelato un elenco denso di studi che Microsoft considerava potenzialmente interessanti, basato su relazioni di sviluppo precedenti e dati di Xbox Game Pass e Steam. Tra i nomi spiccavano 11 bit Studios, Bloober Team, CD Projekt Red, Digital Extremes, FromSoftware, IO Interactive e molti altri. Questo elenco dimostra quanto Microsoft volesse essere aggressiva durante il suo periodo di acquisizioni.

Costi dei giochi AAA in single-player di PlayStation

PlayStation è famosa per la creazione di giochi d’azione single-player di alta qualità, ma alcuni documenti legali rivelano che ciò ha un costo considerevole. In uno dei momenti più divertenti del processo, Sony ha tentato di oscurare un documento con un pennarello, ma questo ha reso le informazioni leggibili. Così, abbiamo scoperto che lo sviluppo di The Last of Us Part II è costato 220 milioni di dollari, mentre Horizon Forbidden West ha richiesto 212 milioni. Questi costi non includono nemmeno le spese di marketing, che probabilmente le aumenterebbero ulteriormente.

Queste cifre offrono una chiara comprensione del perché le aziende si stiano orientando verso microtransazioni e esperienze multiplayer: è più probabile recuperare un budget di sviluppo così elevato quando i giochi incentivano spese ricorrenti.

The Elder Scrolls VI potrebbe non uscire per altri cinque anni

Poiché Starfield e The Elder Scrolls VI sono stati annunciati nello stesso evento nel 2018, c’è stata la convinzione che siano stati in produzione contemporaneamente e che usciranno a breve distanza. Tuttavia, dichiarazioni di Todd Howard e commenti di Microsoft durante il processo confermano il contrario. Si stima che il gioco non sarà pronto per altri tre-cinque anni, un periodo piuttosto comune per lo sviluppo di giochi.

Phil Spencer ha spiegato: “Credo che siamo stati un po’ poco chiari sulle piattaforme di lancio, dato che il gioco è così lontano.” Nonostante ciò, un avvocato di Microsoft ha successivamente affermato che un gioco di Elder Scrolls uscirà nel 2026. Non si sa chi abbia ragione, ma in entrambi i casi, The Elder Scrolls VI non vedrà la luce fino a quasi un decennio dopo la sua presentazione. Questo è sicuramente deludente per i fan della serie, che si aspettavano un progresso più significativo nello sviluppo.