Cambiare i canoni e le convenzioni del genere zombie non è affatto semplice. La coppia composta da Danny Boyle e Alex Garland ci riuscì con il loro film iconico “28 Giorni Dopo”, un’opera che ha saputo mescolare potenza visiva e una narrazione innovativa, utilizzando un virus ispirato a una variante della rabbia. Londra deserta, zombie che corrono e la brutalità dell’essere umano sono solo alcuni degli elementi che hanno reso questo film un esperimento memorabile, difficile da dimenticare.
Il sequel, “28 Settimane Dopo”, ha tentato di standardizzare quanto proposto nel primo capitolo, ma con risultati piuttosto deludenti. L’attesa per un terzo film era palpabile, e finalmente, dopo un lungo periodo, “28 Anni Dopo” si presenta, riunendo nuovamente il duo Boyle-Garland e promettendo di dare nuova vita a questa saga.
Un mondo in quarantena
L’ambientazione rimane la stessa: la Gran Bretagna è isolata, incapace di debellare il virus che ha devastato la sua popolazione, mentre il resto del mondo è già andato avanti. I cittadini inglesi si trovano a dover affrontare una nuova realtà, con le coste sorvegliate dalla NATO e nessuna via di fuga. Questo isolamento crea una nuova società, come si può vedere attraverso le vicende di un piccolo villaggio collegato al resto della terra solo da un ponte naturale, percorribile solo durante la bassa marea. Questa situazione offre un’interessante opportunità per esplorare le dinamiche interne della comunità, mentre seguiamo un giovane protagonista che scopre che suo padre è un bugiardo cronico e rifiuta di prendersi cura della madre malata. Fuori dal villaggio, c’è uno degli ultimi medici, considerato un folle, che potrebbe avere le risposte di cui hanno bisogno. Deciso a salvare la madre, il protagonista si avventura in questo mondo ostile.
Un racconto di regresso e trasformazione
Mentre l’Europa e il resto del mondo hanno sconfitto il virus, la Gran Bretagna è bloccata in quarantena. Chi entra non può più uscire, creando una tensione palpabile. In “28 Anni Dopo” emerge un forte messaggio politico, visibile sia all’interno della narrazione che nel contesto globale. Garland, con la sua penna abile, sa come intrecciare storie e temi, utilizzando dinamiche tipiche dell’horror. La nuova organizzazione mondiale in cui la Gran Bretagna è isolata rievoca le tensioni legate alla Brexit, mentre gli esseri umani sembrano aver regredito a una condizione primordiale, sia nei costumi che nel modo di affrontare la vita quotidiana.
Boyle, con il suo stile unico, sperimenta con il montaggio alternato, richiamando immagini di epoche passate. Ma ciò che sorprende di più è la creatività con cui viene costruito questo nuovo mondo: gli zombie non sono solo una minaccia, ma subiscono anche mutazioni evolutive. Oltre ai classici zombie veloci, ora ci sono quelli più lenti, che si strisciano e si nutrono di vermi, accanto agli alpha, creature più intelligenti e forti, che richiedono strategie più elaborate per essere affrontati. La presenza di un feto nato da una donna zombie arricchisce ulteriormente il discorso, rimandando a temi simili a quelli esplorati in “Il Pianeta delle Scimmie” e “Jurassic World”, dove gli umani sono in netta minoranza e la specie dominante non è necessariamente il nemico.
Un prologo promettente
“28 Anni Dopo” funziona quasi come un pilot per una serie, introducendo un nuovo equilibrio e piantando i semi per sviluppi futuri. Nonostante una certa mancanza di struttura, la regia di Boyle e la scrittura di personaggi ben caratterizzati rendono il film riconoscibile e memorabile. Il medico interpretato da Ralph Fiennes incarna temi chiave della saga, come la memoria del passato e la ricerca di bellezza anche nella morte. In questo contesto, un giovane ragazzo, costretto a confrontarsi con le bugie del padre e la malattia della madre, trova una nuova realtà solida.
In attesa dei prossimi capitoli, “28 Anni Dopo” ci offre un aggiornamento sul virus, sull’umanità e sugli zombie, delineando il loro status e presentando una visione di innocenza dissonante, in un mondo in cui i pericoli sono sempre in agguato.
VOTO 8
Genere: horror
Publisher: Sony
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Alex Garland
Colonna Sonora: Young Fathers
Interpreti: Alfie Williams, Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes
Durata: 115 minuti