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El paso, elsewhere: un’anteprima di un’azione intrigante

El paso, elsewhere, fin dal suo annuncio, ha catturato la mia attenzione. Sviluppato da Strange Scaffold, questo sparatutto indie sembra il risultato dell’incontro tra i creatori di Max Payne e un’interpretazione di Costantine, con un tocco di demake per PS1. Si tratta di un gioco d’azione stravagante e bizzarro, in cui il protagonista, vestito di trench, si fa strada tra i mostri con tiri in slow-motion. La premessa è accattivante e il trailer non fa altro che confermarlo.

Un’esperienza coinvolgente

Durante la mia prima prova pratica al Game Developers Conference di quest’anno, sono andato alla ricerca di ulteriori dettagli. Pensavo di comprendere la soddisfazione del gameplay in pochi minuti, ma speravo anche di scoprire una storia neo-noir più profonda. Ho appreso rapidamente da Xalavier Nelson Jr., il fondatore di Strange Scaffold, che El paso, elsewhere è molto più di un semplice omaggio a Max Payne. È una meditazione ricca di dettagli su temi come razza e dipendenza, il tutto immerso in un sistema di gioco stiloso e divertente.

Un successore spirituale di Max Payne

El paso, elsewhere è uno sparatutto in terza persona che rende omaggio a Max Payne in modo evidente. Dalle sue monologhi noir alle giacche nere, le influenze sono chiare. Tuttavia, si distacca completamente dal classico PS2 per quanto riguarda la trama e la struttura. Il protagonista è James Savage, un pistolero dipendente da pillole che deve salvare il mondo dalla sua ex fidanzata vampiro. La sua avventura lo porta in un motel che ha sfidato la realtà, cresciuto fino a 46 piani.

Livelli labirintici e combattimenti frenetici

I livelli che ho esplorato erano costruiti come piccoli labirinti, pieni di vampiri, lupi mannari e altre creature da abbattere. Sebbene il combattimento in slow-motion richiami in modo evidente Max Payne, ricorda anche un po’ Hotline Miami reinterpretato in 3D. La sopravvivenza è stata difficile, costringendomi a reagire rapidamente in corridoi stretti o bagni. Ho affrontato la morte più volte, imparando a prepararmi meglio per ciò che mi aspettava dietro ogni angolo e a gestire con attenzione il mio limitato indicatore di slow-motion.

Quando finalmente riesco a sconfiggere un’onda di nemici, è come completare una danza macabra. Ogni tuffo in slow-motion suscita “ooh” e “aah”, mentre salto sopra un lupo mannaro e lo abbatto con un fucile o evito l’attacco di un vampiro lasciando dietro di me una scia di proiettili. Ciò che funzionava bene in Max Payne riesce qui con uno stile artistico ipnoticamente lo-fi.

Sottotesti e profondità

Sebbene l’azione sia potente, il vero richiamo è la sostanza che si cela dietro lo stile. Ad esempio, Savage si cura