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Inkbound: un’avventura roguelike unica

Non invidio chi decide di creare un roguelike. Questo genere presenta una serie di sfide che possono determinare il successo o il fallimento di un gioco. Quanto deve durare una partita? Qual è il giusto livello di difficoltà? Come si fa a far tornare i giocatori per una nuova partita? La risposta a una di queste domande potrebbe rivelarsi sbagliata per le altre. È un delicato equilibrio digitale che solo pochi studi sono riusciti a perfezionare.

Un nuovo capitolo per Shiny Shoe

Osservando Inkbound, sembra che il developer Shiny Shoe sia vicino a unirsi a quel ristretto gruppo. Lo studio ha già conquistato il genere roguelike nel 2020 con il suo eccellente Monster Train, un gioco di costruzione di mazzi che mescola elementi di Slay the Spire con una variante di tower defense. Con Inkbound, che raggiunge il lancio ufficiale il 9 aprile, si prendono molte idee brillanti da quel titolo e si infondono in qualcosa di totalmente differente. Si tratta di un gioco di tattica a turni unico nel suo genere, che sfrutta alcune caratteristiche visive tipiche degli MMORPG.

Una sfida roguelike

Inkbound si svolge in un mondo fantastico dove i libri fungono da portali per altre dimensioni. I giocatori intraprendono un’avventura per fermare alcuni malvagi che stanno prosciugando l’inchiostro di quei libri. Questa trama non è solo un pretesto per giustificare la struttura roguelike, ma è ricca di lore, con elementi narrativi che si svelano nel tempo attraverso dialoghi con NPC. Anche se a volte può risultare un po’ confusa a causa di un eccesso di nomi propri, è un impegno rispettabile nel costruire un universo coerente, e l’aggiornamento 1.0 approfondisce ulteriormente questo aspetto.

Un sistema di combattimento innovativo

Ciò che mi colpisce di più è l’approccio originale di Inkbound al combattimento. Invece di un’azione frenetica, ogni battaglia è un incontro tattico a turni ambientato in un’arena circolare. L’idea di base è che i giocatori hanno a disposizione un certo numero di punti azione da spendere ogni turno, da utilizzare su una barra piena di abilità. Il Magma Miner colpisce i nemici con un martello e può saltare su di loro. La mia classe preferita, il Weaver, attacca i nemici con dei fili e può infliggere danni a tutti quelli a cui è collegato. Le abilità si trovano in fondo allo schermo su una barra e hanno un tempo di recupero.

Un’esperienza da MMORPG

L’esecuzione non è molto diversa da ciò che si potrebbe vedere in un MMORPG. Ogni attacco ha un raggio di danno specifico, ma anche le mosse in arrivo dei nemici ne hanno uno. Mentre pianifico i miei turni, devo cercare di allontanarmi dalla zona di danno imminente o concentrarmi sull’eliminare i nemici che possono colpirmi se lasciati in vita al termine del mio turno. È un approccio del tutto differente per il genere roguelike, anche se presenta alcune frustrazioni. In alcune battaglie, sembra che alcune fonti di danno siano completamente inevitabili, riducendo parte dell’aspetto puzzle di mitigazione del danno che rende titoli come Into the Breach così gratificanti.

Un sistema di progressione avvincente

Può risultare anche difficile da apprendere. Come in Monster Train, l’aspetto della “costruzione del personaggio” di ogni run ruota attorno a potenziamenti e bonus combinati. Posso equipaggiare reliquie e applicare potenziamenti ai miei attacchi che conferiscono stack di danno da bruciatura, veleno, scudi e altro. Ci sono tantissimi termini da imparare, e alcuni rimangono complicati da comprendere, anche con le spiegazioni a comparsa quando si passa il mouse sulle abilità. È il tipo di gioco in cui i giocatori devono davvero investire il proprio tempo, e la sua struttura stagionale a lungo termine supporta coloro che sono pronti a intraprendere questo viaggio.

Un’avventura interconnessa

Pur avendo delle riserve riguardo alla curva di apprendimento, Inkbound colpisce nel segno con la sua struttura. Invece di lanciare i giocatori in run casuali, si sviluppa molto più come un RPG tradizionale. C’è un sistema di esperienza che sblocca nuovi potenziamenti e cosmetici nel tempo, contribuendo a una progressione complessiva avvincente. Ma ciò che conta di più per il suo successo è il sistema di missioni. Mentre gioco ed esploro i biomi in ogni run, raccolgo una lista di missioni narrative da completare. Alcune mi impegnano a sconfiggere boss in biomi specifici o a cercare NPC. C’è sempre qualcosa da inseguire oltre a una run riuscita.

Un futuro promettente

Le missioni cambiano l’intero flusso roguelike in un modo che mi colpisce. Ho obiettivi specifici e raggiungibili ogni volta che inizio una run. Finché riesco a completarne uno prima di morire, sembra di aver realizzato qualcosa. È simile a come mi relaziono con Hades, concentrandomi meno sull’uscire dall’Inferno ogni volta e più sul raccogliere risorse o avanzare nella storia. Inkbound porta questa idea a un livello successivo con liste di compiti tangibili che rendono le run parte di un’avventura interconnessa.

Sebbene il lancio 1.0 di Inkbound porti diversi aggiornamenti chiave al gioco, inclusi un boss finale e il supporto al controller (che funziona molto bene anche su Steam Deck ora), sembra più un inizio che una fine per Shiny Shoe. Sono ancora curioso di vedere dove potrebbe andare in futuro con il feedback della comunità, che ha già contribuito a migliorarlo. Potrebbe non colpirmi tanto quanto Monster Train nel lungo periodo, ma sembra che Shiny Shoe stia avvicinandosi alla sua definizione di contributo al canone roguelike. Non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserverà, ma ho ancora tanto inchiostro da raccogliere fino ad allora.

Inkbound è disponibile ora su PC e lascia l’accesso anticipato il 9 aprile.