Videogiochi

La nuova avventura di Square Enix nell’AI

Quest’anno, la Game Developers Conference ha messo in evidenza l’intelligenza artificiale, con numerosi interventi dedicati a questa tecnologia in evoluzione e il suo possibile utilizzo nei videogiochi. Tra le varie presentazioni, una in particolare ha catturato l’attenzione dei partecipanti: Square Enix ha mostrato una demo dal vivo di un gioco misterioso basato su AI, evidenziando come questa tecnologia possa migliorare l’esperienza di gioco, offrendo ai giocatori maggiore libertà nelle interazioni e NPC che rispondono in modo pertinente.

Un mese dopo, Square Enix ha reso disponibile al pubblico la demo, permettendo a chiunque di scaricare gratuitamente The Portopia Serial Murder Case su Steam. Tuttavia, le prime reazioni non sono state molto favorevoli. Al momento, la demo ha ricevuto una valutazione “Molto Negativa”, con oltre 250 recensioni da parte degli utenti. Anche se alcune di queste potrebbero essere reazioni impulsive di chi è contrario alla tecnologia, molte critiche sembrano ben fondate, sottolineando un’esperienza di gioco incredibilmente limitata.

Un’analisi della demo

Una recensione evidenzia: “Potrebbe esserci della tecnologia interessante dietro, ma per gli utenti finali sembra più un motore di linguaggio degli anni ’90”. Non si può negare che il progetto educativo non rappresenti un primo passo convincente per l’integrazione tra giochi e AI. The Portopia Serial Murder Case è una demo che, anziché risolvere i problemi precedenti, sembra complicarli ulteriormente. Tuttavia, non mi sento di bocciare completamente gli sforzi di Square Enix, poiché intravvedo potenzialità in alcune aree.

Un remake con limiti

Il gioco rappresenta un remake moderno di una visual novel giapponese originariamente pubblicata nel 1983. L’intento è chiaro: dimostrare i progressi della tecnologia videoludica confrontando un vecchio gioco d’avventura con una versione supportata dall’AI. Nel manuale fornito con il download, Square Enix spiega che, all’epoca della prima pubblicazione del gioco, la maggior parte delle avventure era gestita tramite un sistema di “input comandi”, dove i giocatori dovevano digitare testi per eseguire azioni. Sebbene questo sistema offrisse libertà, creava anche frustrazione per l’incapacità di trovare le parole giuste per esprimere ciò che si voleva fare.

L’introduzione chiarisce che queste restrizioni derivavano da un Natural Language Processing (NLP) limitato. Il nuovo progetto intende dimostrare quanto sia cambiato questo aspetto in 40 anni, mostrando i miglioramenti apportati da Square Enix nell’NLP. Purtroppo, la demo non riesce a impressionare come previsto.

Un’ esperienza frustrante

All’apertura del gioco, mi ritrovo in una visual novel di base, nei panni di un detective che indaga su un omicidio in Giappone. La mia aspettativa era quella di poter digitare qualsiasi cosa e ricevere risposte pertinenti, ma ben presto mi rendo conto che non è così. Il sistema non funziona come ChatGPT; sembra piuttosto di dialogare con Siri. Qualsiasi input casuale riceve una risposta generica, mentre per far progredire la storia devo seguire un insieme di comandi molto specifici. Anche nelle interrogazioni, dimenticare una piccola parola può confondere il gioco.

Dopo mezz’ora di gioco, avevo fatto pochi progressi. Le mie richieste non portavano a risposte e mi ritrovavo a ripetere le stesse frasi per avanzare nella trama. La situazione risultava tanto innaturale e frustrante quanto nei classici giochi di avventura testuali.

Un’assenza significativa

Parte della confusione sembra derivare da un’importante omissione tecnica. Square Enix ha dovuto rimuovere temporaneamente lo strumento di Natural Language Generation, citando il rischio di “risposte non etiche”. Quell’aspetto era ciò che aveva reso la demo così affascinante alla GDC, quindi la sua assenza in questa versione lascia perplessi.

Comandi vocali

Le cose diventano leggermente più interessanti quando attivo i comandi vocali nel menu principale. Premendo un pulsante, posso pronunciare comandi e vederli tradotti in testo e risposte. A questo punto, la storia inizia a muoversi in modo più naturale, mentre esploro la città alla ricerca di indizi e chiamo numeri di telefono ad alta voce. Sebbene sia impressionante vedere le parole pronunciate riconosciute, ci sono comunque delle frustrazioni, come quando nomi specifici vengono mal interpretati, costringendomi a ripeterli più volte.

Nonostante sia presentato come uno strumento educativo, non sono del tutto sicuro di cosa dovrei apprendere da The Portopia Serial Murder Case. Comandi di linguaggio semplicistici e risposte ripetitive degli NPC non dimostrano come l’NLP di Square Enix possa migliorare giochi come questo. Non è chiaro nemmeno come venga utilizzata l’AI, come emerge dalle recensioni confuse degli utenti su Steam.

Tuttavia, è positivo vedere Square Enix così trasparente nei suoi esperimenti tecnologici, dando a tutti la possibilità di esplorare i suoi strumenti in fase di sviluppo. Sebbene questa implementazione non sia impressionante, sono curioso di sapere quali problemi il publisher intende affrontare. Sognerei di giocare a un mistero in cui posso dire qualsiasi cosa in un microfono e vedere gli NPC rispondere in modo pertinente, ma attualmente questa esperienza non è ancora realizzata. Speriamo che questo sia un primo passo necessario per raggiungere quel sogno.