La petizione promossa dall’iniziativa Stop Killing Games sta riscuotendo un notevole successo: attualmente, sono state raccolte oltre 1,2 milioni di firme, superando di gran lunga il milione necessario per essere ascoltati dalla Commissione Europea. Questo è un passo importante verso un possibile intervento del Parlamento Europeo sulla questione della “fine vita” dei videogiochi. È interessante notare che la petizione è ancora aperta e c’è tempo fino al 31 luglio per firmare digitalmente tramite SPID. Anche se l’obiettivo è già stato raggiunto, continuare a firmare potrebbe dare ulteriore supporto a questa causa. Le istruzioni per la firma sono disponibili sulla pagina ufficiale dell’Unione Europea.
Con l’opinione pubblica che si è espressa chiaramente, la possibilità che l’Unione Europea prenda una posizione a favore dei diritti dei consumatori ha attivato una reazione da parte dei grandi publisher e delle associazioni di categoria, che hanno iniziato a fare lobby per preservare lo stato attuale delle cose. Video Games Europe, l’ente principale che rappresenta case editrici e sviluppatori, ha già diffuso un comunicato stampa nel quale esprime la propria posizione.
Nel comunicato, si sottolinea l’importanza della comunità e si afferma che la decisione di interrompere i servizi online non è mai semplice e deve essere un’opzione per le aziende quando le esperienze di gioco non sono più sostenibili dal punto di vista economico. Anche se si comprende la frustrazione dei giocatori, l’industria si impegna a garantire una comunicazione adeguata riguardo a eventuali modifiche, in linea con le normative a tutela dei consumatori.
Tuttavia, viene anche ribadito che i server privati non sempre sono una valida alternativa, poiché potrebbero compromettere la sicurezza dei dati dei giocatori e l’integrità dei contenuti. Inoltre, molti giochi sono progettati per essere esclusivamente online, e tali proposte potrebbero limitare la libertà creativa degli sviluppatori, rendendo economicamente difficile la creazione di nuovi titoli.
Video Games Europe ha espresso la propria disponibilità a discutere ulteriormente la situazione con i legislatori e con i promotori dell’Iniziativa dei Cittadini Europei. È importante notare che l’iniziativa Stop Killing Games non chiede ai publisher di mantenere attivi i server per sempre, ma semplicemente di adottare misure che permettano ai giochi di rimanere giocabili anche dopo la chiusura dei server. Questo lascerebbe agli sviluppatori e ai publisher la libertà di non progettare titoli con date di scadenza nascoste.
Nel comunicato esteso, l’organizzazione cerca di chiarire ulteriormente la posizione dei suoi membri, affermando che il diritto di decidere come gestire i servizi di videogiochi online è essenziale per giustificare i costi e promuovere l’innovazione. Tuttavia, questo ragionamento ignora i diritti dei consumatori, e si prevede che la battaglia tra i sostenitori dell’iniziativa Stop Killing Games e le associazioni di categoria si intensifichi. Siamo di fronte a un primo scontro in una lotta che si preannuncia cruciale per il futuro dei diritti dei videogiocatori.
Infine, è importante notare che Video Games Europe rappresenta numerosi publisher e associazioni attive nei paesi dell’Unione Europea, tra cui IIDEA, che rappresenta gli sviluppatori e publisher italiani, oltre a nomi di spicco come Activision Blizzard, Bandai Namco, Electronic Arts, Epic Games, Microsoft, Nintendo, Sony, Take-Two, Ubisoft e molti altri. L’elenco completo dei membri è disponibile sul sito ufficiale dell’organizzazione.