Ran è un “Figlio dell’Impurità”, un guerriero dotato del potere di esorcizzare i mostri, ma a un costo: deve accettare le loro maledizioni. Questo lo rende una figura tossica, rifiutata dai villaggi che cerca di proteggere e destinata a una vita breve, poiché le tossine accumulate alla fine lo sopraffaranno. Insieme a lui c’è Torue, una giovane e vivace barda, che intravede in Ran il soggetto perfetto per una serie di canzoni. Priva di ispirazione, spera di seguirlo finché non si presenti una “storia”. Lei, e devo ammettere anche io, rimarranno sorprese nel scoprire che non si tratta di uccidere mostri o riparare torti, ma di una missione apparentemente semplice: far sorridere Ran.
Non sorprende che un manga pubblicato sulla rivista Dragon Age di Kadokawa presenti una narrativa altamente gamificata: una serie di boss e punti deboli da superare, e potenziamenti da acquisire, prima che i personaggi possano progredire al livello successivo. L’ambientazione fantasy è una mescolanza di elementi a piacere: a volte richiama una sorta di scandinavo, altre volte presenta dettagli anacronistici, come una cattedrale chiaramente ispirata alla Sagrada Familia di Barcellona o un mazzo di carte moderne.
I personaggi femminili si distinguono per il loro carisma, almeno a prima vista. Mina è un’elfa, chiaramente ispirata a Deedlit di Record of Lodoss War, ma con una competitività spiccata e tendenze sapphiche. Jill è una guerriera tosta, decisa a vendicare la morte del padre avvenuta dieci anni prima per mano di un drago. Torue è una barda alle prime armi, attaccata a Ran perché crede che la sua avventura sarà ciò che la ispirerà a scrivere una ballata. Tutto ciò è fantastico, anche se macchiato dall’insistenza dell’autore nel inserire gag volgari, perché sì, Torue ha un seno abbondante… e anche Jill.
La scrittura semplice non è il forte di Yusuke Osawa. Nella sua nota finale, ammette di star semplicemente “accumulando un sacco di cose che gli piacciono” in un contesto fantasy medievale. Non è colpa dei traduttori se il tono oscilla tra alta fantasia e sarcasmo da fan, passando da un estremo all’altro. Mezzo cast sembra pensare di trovarsi in Game of Thrones; l’altro mezzo parla come commentatori ubriachi di un RPG online, mentre le ballate di Torue risultano eleganti e classiche.
Fortunatamente, Osawa dedica molto impegno all’illustrazione, con pagine spettacolari di combattimenti apocalittici, mentre Ran e i suoi compagni affrontano wyverns, draghi e altri mostri. Nel frattempo, una figura ombrosa li osserva dall’alto, ridendo e affermando che ogni esorcismo che compiono è in realtà un passo verso l’Armageddon, mentre accumula maledizioni, punti vita o mana per riportare in vita i suoi “simili” e dare inizio al Ragnarok.
La poesia di Ran è pubblicata nel Regno Unito da Titan Comics.