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La saga di far cry: un viaggio attraverso la serie

Far Cry è una serie piuttosto particolare nel panorama videoludico. Poche altre franchigie FPS cambiano completamente personaggi e ambientazioni tra un capitolo e l’altro, mantenendo però una sensazione di coesione. Alcuni episodi si distaccano maggiormente, ma la formula del tirocinio open-world si è rivelata una base solida per costruire una delle serie più importanti della storia di Ubisoft. Dalla sua nascita nel 2004 fino ad oggi, abbiamo avuto numerosi capitoli numerati e spin-off da esplorare e affrontare, ma quali sono i migliori? Esaminiamo insieme i titoli principali di Far Cry e decidiamo quali meritano di restare nella memoria e quali sarebbe meglio dimenticare.

Far Cry 3: Blood Dragon

Nonostante sia un DLC ridotto, successivamente trasformato in un titolo standalone, Far Cry: Blood Dragon rappresenta il meglio della serie. La trama è un’ironica e divertente parodia dei film d’azione sci-fi degli anni ’80, arricchita da cutscene in stile vintage e dialoghi esilaranti. Utilizza una piccola area della mappa di Far Cry 3, ma riesce a renderla completamente nuova grazie all’estetica al neon. La sua dimensione e durata più contenute mantengono il gioco concentrato, evitando che diventi eccessivamente lungo e pesante come alcune delle voci meno fortunate della serie. È abbastanza grande da rendere l’esplorazione gratificante, ma anche sufficientemente contenuto da permettere di completarlo senza sentirsi sopraffatti, offrendo un’esperienza davvero divertente dall’inizio alla fine.

Far Cry 3

Sebbene i primi due capitoli non fossero dei fallimenti e il secondo avesse una sua nicchia di fan, è stato Far Cry 3 a trasformare la serie in un vero e proprio colosso. All’epoca, veniva definito “Skyrim con le armi”, un’etichetta che non rende giustizia a questo gioco. Sì, offre un vasto e splendido ambiente tropicale ricco di missioni, tesori, animali e eventi, ma Far Cry 3 va oltre. Vaas, l’antagonista principale, ha avuto un impatto tale che ogni capitolo successivo ha cercato di emularlo. Il suo personaggio era ben interpretato, affascinante e pericoloso, capace di catturare l’attenzione ogni volta che appariva. Prima che la formula si ripetesse all’infinito, Far Cry 3 ha rappresentato un vero e proprio soffio di aria fresca.

Far Cry 2

Prima che Far Cry 3 stabilisse il modello per i capitoli futuri, Far Cry 2 ha osato con scelte audaci. Rimane un gioco open-world, ma con un design molto più brutale e quasi survival. Questo titolo voleva farti sentire realmente immerso, facendoti usare una mappa fisica nel gioco invece di aprire un menu o curando le malattie in tempo reale. Gli aspetti di simulazione non sono stati eguagliati da allora. Tuttavia, per tutti questi sistemi avanzati, il gioco risulta estremamente impegnativo, anche per l’epoca. Se riesci a superare la difficoltà opprimente, troverai un’esperienza di gioco molto gratificante.

Far Cry: Primal

La premessa di questo gioco sembrava terribile sulla carta. Un titolo di Far Cry in cui sei un uomo delle caverne armato di lance e pietre? Come potrebbe essere divertente? Eppure, Far Cry Primal ha sorpreso tutti, portando la serie in una direzione inaspettata con idee fresche. Non ha colpito come Blood Dragon, ma cacciare animali, domarli e affrontare le consuete attività open-world come il crafting e il potenziamento delle abilità sembrava più appropriato nell’ambientazione antica. Se fosse stato più contenuto come Blood Dragon, probabilmente avrebbe avuto ancora più successo, ma si è rivelato altrettanto vasto di Far Cry 4, portando a una certa stanchezza.

Far Cry 4

Parlando di Far Cry 4, si posiziona qui come una sorta di continuazione di Far Cry 3. Se prendi il primo capitolo, sostituisci l’ambientazione dell’isola con una regione montuosa ispirata all’Himalaya (indubbiamente bella), aggiungi nuove armi e abilità e un cattivo meno memorabile rispetto a Vaas, ottieni Far Cry 4. In questo senso, non è affatto male. È meccanicamente più solido, ma questo vale solo se lo giochiamo come un titolo a sé. È più della stessa cosa e segna l’inizio di una tendenza della serie a stabilizzarsi su una formula prevedibile, riutilizzando persino alcune situazioni memorabili di Far Cry 3.

Far Cry 5

A questo punto, la serie ha trovato una formula molto confortevole con Far Cry 5. L’unica differenza da sottolineare riguarda alcune modifiche meccaniche, ma soprattutto l’ambientazione e la trama. Questo è il primo gioco ambientato negli Stati Uniti e risulta un po’ meno coinvolgente da esplorare. È un luogo affascinante, ma la varietà e il design generale della mappa sembrano poco ispirati e generici. Il cattivo e la trama sono interessanti, incentrati su culti e religione, ma i personaggi non sono abbastanza ben scritti per sostenere questi temi. Anche il progresso della trama è piuttosto prevedibile, rendendo il contenuto principale simile a una lista di controllo.

Far Cry 6

Far Cry 6 rappresenta un altro tentativo di creare una trama ambiziosa e un antagonista memorabile, ma nemmeno la presenza di Giancarlo Esposito riesce a ravvivare un tropo ormai stanco. Siamo tornati in un’ambientazione tropicale, quindi ci sentiamo di nuovo come in Far Cry 3, affrontando una trama di ribellione piuttosto generica. Il gioco vuole farti riflettere su temi come schiavitù e oppressione, ma evita di esprimere realmente un’opinione a riguardo. È un gioco divertente, ma risulta più interessante da giocare mentre si ascolta qualcos’altro, godendo del caos.

Far Cry

Pochi ricorderanno effettivamente il primo Far Cry, e non è necessariamente un male. Ubisoft non ha nemmeno sviluppato questo primo capitolo, e si percepisce. È un’esperienza molto più lineare, con un gameplay di base, ma con una strana svolta che introduce elementi sci-fi a metà del gioco. È un’anomalia che non ha realmente influenzato i capitoli successivi, ma potrebbe valere la pena dargli un’occhiata per vedere quanto la serie sia cambiata dalla sua nascita.