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Sony e il futuro dei servizi online

Sony sta vivendo giorni difficili. Dopo il tentativo di rendere obbligatori gli account PlayStation Network per i giocatori di Helldivers 2 su PC, la situazione è sfuggita di mano, e probabilmente in azienda si stanno tenendo molte discussioni riservate. Se c’è una lezione che Sony dovrebbe trarre da questa esperienza, è che i servizi online di PlayStation necessitano di un aggiornamento significativo.

Tutto è cominciato quando Sony ha annunciato che tutti i giocatori di Helldivers 2 su PC avrebbero dovuto possedere un account PSN per poter giocare, rendendolo un requisito imprescindibile. La reazione è stata immediata e comprensibile. Molti giocatori hanno fatto notare che in alcuni paesi non era nemmeno possibile creare un account PSN, portando infine l’azienda a fare un passo indietro.

Problemi strutturali

Questa controversia su Helldivers 2 è solo la punta dell’iceberg riguardo ai problemi di un’infrastruttura online che necessita di essere ristrutturata, non limitandosi solo agli account PSN. È tempo che PlayStation modernizzi i propri servizi online, soprattutto ora che si sta espandendo nel mondo del gaming su PC.

La vicenda di Helldivers 2 ha messo in luce una delle principali carenze del servizio online di Sony, ma le problematiche sono più profonde. Innanzitutto, ci sono restrizioni legate alla disponibilità. Gli account PSN non sono accessibili in tutte le regioni e ciascun account è vincolato alla regione di creazione. Questo ha significato che chi aveva acquistato Helldivers 2 e viveva in uno dei tanti paesi senza possibilità di creare un account PSN si è trovato escluso. Anche se questo problema riguardava un numero limitato di utenti prima di questo evento, l’imposizione di un account PSN per un gioco disponibile su una piattaforma globale è diventata una questione seria.

Inoltre, è inaccettabile che in Africa, a parte il Sudafrica, nessuno abbia accesso a PSN mentre i giochi PlayStation vengono venduti sul continente. L’ingresso dei titoli PlayStation nel mercato PC è un passo positivo per l’accessibilità, ma non se il servizio online non è all’altezza.

Una necessità di aggiornamento

Analizzando più a fondo i servizi online di Sony, emergono altre piccole problematiche che si accumulano. Molti aspetti sono obsoleti e necessitano di una ristrutturazione moderna. Non bisogna nemmeno guardare troppo indietro per trovare esempi. Prendiamo, ad esempio, il recente aggiornamento next-gen di Fallout 4, lanciato il mese scorso con risultati disastrosi. Quando questo aggiornamento gratuito è stato reso disponibile, gli utenti che avevano ottenuto il titolo tramite PS Plus Collection si sono ritrovati a non poter accedere all’upgrade, dovendo invece acquistarlo. Ci sono volute settimane e diverse conferme contraddittorie prima che il problema fosse finalmente risolto. Questa è una questione ricorrente con diversi giochi presenti su PS Plus e successivamente aggiornati per next-gen, come nel caso di Final Fantasy 7 Remake nel 2021.

Altre problematiche riguardano la politica di rimborso estremamente restrittiva di Sony, che fa sembrare il servizio online piuttosto antiquato. Ogni piccola anomalia punta a un problema più grande: l’attuale infrastruttura online di PlayStation non è progettata per supportare un futuro digitale, globale e cross-platform al quale la compagnia sta puntando. Non si tratta di richieste esagerate da parte dei giocatori; chiedono solo ciò che è normale in altri contesti. È giusto aspettarsi che PlayStation consenta di giocare ovunque nel mondo, di avere un sistema di rimborso chiaro e di non essere esclusi da contenuti a causa di problemi tecnici interni.

Riconosco che ricostruire l’intero PlayStation Network non è un compito semplice. Si tratterebbe di un investimento notevole e probabilmente di un incubo tecnico, ma è qualcosa che PlayStation non può più rimandare. PSN è stato creato in un periodo in cui i problemi attuali erano quasi inesistenti, ma è proprio per questo che abbiamo bisogno di una rete capace di evolversi e adattarsi. Se l’attuale sistema richiede anni per modificare qualcosa di basilare come il nome dell’account PSN, non sarà sostenibile ancora a lungo.