Negli ultimi tempi, la situazione riguardante i videogiochi per adulti censurati su alcune piattaforme di digital delivery ha visto importanti novità. Itch.io, un noto store per indie games, ha recentemente annunciato che una selezione di contenuti per adulti è stata reindicizzata. Attualmente, i contenuti disponibili per la ricerca sono solo quelli gratuiti, ma la direzione di Itch.io ha fatto sapere di essere in contatto con i fornitori di servizi di pagamento per reintegrare anche i contenuti a pagamento riservati a un pubblico maturo. In un comunicato, Stripe, uno degli intermediari coinvolti, ha spiegato che al momento non è in grado di supportare contenuti sessualmente espliciti a causa di restrizioni imposte dai suoi partner bancari, pur affermando che i circuiti di carte di credito in generale permettono tali contenuti, a patto che ci siano le giuste registrazioni. Stripe spera di poter offrire supporto per contenuti per adulti in futuro.
Passando a un altro store digitale, GOG ha preso una posizione chiara contro la censura, dichiarando che “alcuni videogiochi scompaiono non perché illegali, ma perché qualcuno ha deciso che non dovrebbero esistere”. GOG, di proprietà di CD Projekt, ha promesso di mantenere nel proprio catalogo i videogiochi destinati a un pubblico adulto. Tuttavia, questa affermazione ha sollevato qualche dubbio tra i giocatori su PC, alcuni dei quali hanno accusato la piattaforma di fare “virtue signaling”, considerando che in passato GOG ha ceduto alla censura, come nel caso di Devotion, un horror sviluppato dai taiwanesi Red Candle Games. Il gioco aveva incluso una satira sul presidente cinese Xi Jinping, paragonandolo a Winnie the Pooh, il che ha provocato la reazione negativa del pubblico cinese e la successiva rimozione del titolo dallo store.
In chiusura, Mastercard ha cercato di distaccarsi dalla polemica, affermando di non aver imposto alcuna restrizione alle piattaforme digitali. La società ha dichiarato: “Mastercard non ha esaminato alcun videogioco né ha imposto limitazioni alle attività sui siti dei creatori di videogiochi. La nostra rete di pagamento segue standard basati sullo stato di diritto, consentendo tutti gli acquisti leciti”. Tuttavia, un portavoce di Valve ha risposto a queste affermazioni, rivelando che, sebbene non ci siano state discussioni dirette con Mastercard, gli intermediari associati alla società di carte di credito avrebbero rifiutato di collaborare con Valve sulla base di una clausola del contratto di servizio. Questa clausola consente a Mastercard di vietare transazioni che potrebbero danneggiare l’immagine della società, facendo riferimento a materiali considerati inaccettabili, come contenuti sessualmente espliciti o offensivi.
La questione della censura nei videogiochi per adulti continua a sollevare dibattiti accesi e a mettere in discussione il futuro di questi titoli sulla scena videoludica. Sarà interessante seguire gli sviluppi di questa vicenda e vedere come le diverse piattaforme reagiranno alle sfide del mercato.