Videogiochi

The Last of Us episodio 7: un omaggio a Left Behind

La maggior parte dell’adattamento di The Last of Us su HBO ripercorre la storia del primo gioco, ma l’episodio 7 è un’eccezione speciale. Questo perché esplora il DLC per portare The Last of Us: Left Behind sul piccolo schermo e dare a Ellie, interpretata da Bella Ramsey, un’ora di gloria.

Un’espansione memorabile

Left Behind è un’espansione del 2014 per The Last of Us, che in seguito è stata venduta anche come gioco autonomo. La storia si inserisce a metà del gioco originale, mentre Ellie cerca forniture mediche per Joel in un centro commerciale abbandonato in Colorado. Questo scenario funge da cornice narrativa, poiché gran parte del gioco è un flashback giocabile. In questo flashback, vediamo uno spaccato della vita di Ellie prima di incontrare Joel, mentre esplora un altro centro commerciale con la sua amica e interesse amoroso, Riley. Questo capitolo è significativo poiché conferma l’identità sessuale di Ellie, e rappresenta anche un momento importante per l’intero settore videoludico. Nel 2014, le relazioni lesbiche non erano generalmente rappresentate nei giochi AAA, e l’idea di un tenero bacio tra due donne era particolarmente rara.

Un DLC da non perdere

L’episodio 7 dell’adattamento televisivo racconta questa storia a modo suo, ma il DLC è un must per i fan dello show che non hanno ancora provato i giochi su cui si basa. In effetti, Left Behind è il punto di ingresso perfetto; è il miglior gioco di The Last of Us, se non il miglior gioco in assoluto di Naughty Dog.

Una narrazione compatta

A livello fondamentale, Left Behind si distingue per raccontare una storia forte e semplice. Il focus è sulla costruzione approfondita della relazione tra Ellie e Riley in un breve arco di tempo, cosa che Naughty Dog riesce a fare con facilità. Questo grazie a una serie di momenti memorabili che coprono l’intera gamma di emozioni presenti in un gioco completo di The Last of Us. È essenzialmente un film romantico giocabile su due ragazze giovani in un appuntamento, e utilizza l’interattività per creare momenti particolarmente intimi.

In una sequenza eccezionale, Ellie e Riley trovano un vecchio cabinato di un gioco di combattimento. Quando Ellie scopre delusa che non funziona più, Riley le dice di chiudere gli occhi e poi narra un intero combattimento, dicendo a Ellie quali pulsanti premere mentre la telecamera si concentra sul suo viso. L’atto di eseguire semplici combo di combattimento diventa sentimentale; è un atto d’amore. Un’altra sequenza mette le due in una cabina fotografica, e i giocatori possono scegliere le espressioni da fare in ogni scatto, simulando sinceramente un ricordo d’infanzia molto reale. Il DLC include ancora enigmi, furtività e combattimenti come il gioco principale, ma momenti come questi sono speciali. Immaginano come l’interattività possa essere utilizzata per comunicare una gamma molto più ampia di emozioni.

Una narrazione senza riempitivi

Ciò che è più notevole di Left Behind è che non ci sono riempitivi tra i suoi momenti salienti, cosa rara in un gioco di Naughty Dog. Mentre lo studio crea eccellenti storie scritte bene come molte serie TV di prestigio (una ragione per cui The Last of Us funziona così naturalmente come show HBO), porta ancora con sé il bagaglio del medium videoludico. Il pubblico vuole ottenere il massimo dai giochi costosi, quindi qualcosa come The Last of Us non può essere un’esperienza breve e intensa come un film di due ore. Lo studio deve collegare i suoi migliori momenti con complicazioni che offrono più opportunità per l’azione, ed è qui che emergono i peggiori istinti di Naughty Dog.

The Last of Us Part II, ad esempio, riutilizza le stesse complicazioni narrative più volte solo per aggiungere un altro livello. Ci sono molte scene in cui Ellie attraversa un ponte instabile o una struttura che crolla, facendola cadere in un set che deve navigare per tornare dove stava andando. Questi momenti raramente fanno avanzare la trama, servono più che altro ad aggiungere un punto A2 tra i punti A e B. Questo può far rallentare alcuni dei migliori giochi dello studio, poiché il ritmo videoludico e quello cinematografico si scontrano tra loro.

Un’esperienza concentrata

Grazie alla sua posizione come DLC a basso costo, Left Behind aveva una grande scusa per evitare questi trabocchetti (letteralmente). Ogni secondo conta, con ogni sparatoria o incontro furtivo che serve a uno scopo specifico che fa avanzare la storia di Ellie. Questo mantiene l’enfasi sulla crescita dei personaggi e sui momenti emotivi piuttosto che appesantire i giocatori con digressioni pesanti di sistema. Quel ritmo narrativo più digeribile rende il gioco un punto di partenza ideale per i fan della serie HBO che vogliono avvicinarsi ai giochi. È l’anello mancante tra le ambizioni cinematografiche del regista Neil Druckmann e le sue intuizioni videoludiche.

Anche se può essere un contenuto opzionale, Left Behind merita di essere celebrato e discusso tanto quanto i due giochi principali di The Last of Us. È un’opera iperconcentrata che bilancia perfettamente momenti tragici con quelli teneri, ricordando sempre i modi speciali in cui l’interattività può migliorare una storia. In un mondo perfetto, più giochi sarebbero sicuri e snelli come questo, piuttosto che apparire come uno dei bloaters di The Last of Us.

Una versione rifatta di Left Behind è disponibile per essere giocata come parte di The Last of Us Part I su PlayStation 5.