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Un nuovo sguardo su Ghibli e il dolore

Studio Ghibli è uno dei più celebri studi di animazione al mondo e ha catturato l’attenzione di accademici, scrittori e giornalisti di ogni parte del globo. Recentemente, il libro “Now Go: Grief and Studio Ghibli” offre una nuova e personale interpretazione dei lavori dello studio, collegando gran parte della sua produzione a esperienze di dolore e perdita. Questa opera propone una lettura soggettiva della potenza artistica di Ghibli.

L’unicità dell’opera di Ghibli

Uno dei motivi per cui i film di Studio Ghibli sono così apprezzati a livello mondiale è la loro capacità di essere interpretati in molteplici modi da persone di ogni estrazione sociale. Sebbene alcune interpretazioni siano più comuni, come l’ammirazione per il cibo delizioso o i forti personaggi femminili, altre sono meno frequenti, come quelle esplorate nel libro di Karl Thomas Smith.

Un’analisi personale e profonda

“Now Go: Grief and Studio Ghibli” è una nuova pubblicazione dell’editore indie 404 Ink, parte della serie Inklings, che si concentra su grandi idee in volumi compatti. Non si tratta solo di un testo sui film, ma include anche analisi su miti greci queer e identità complesse degli adottati adulti. Il libro di Smith combina analisi di anime e saggi personali, mettendo in risalto il legame emotivo che molti provano verso i film di Ghibli, piuttosto che un’analisi rigorosa delle influenze e delle tecniche.

Il dolore nei film di Ghibli

Analizzando vari film dello studio, Smith propone diversi approcci al tema del dolore, da risposte globali a catastrofi naturali in opere come “Princess Mononoke” e “Nausicaa della Valle del Vento”, fino ai temi di perdita presenti in film più orientati ai bambini, come “Il mio vicino Totoro” e “Kiki’s Delivery Service”. Il libro sottolinea che il concetto di “dolore” è molto più complesso di quanto spesso si pensi e che i film di registi come Hayao Miyazaki lo comprendono, radicando le loro storie in una realtà emotiva intricata.

Un’esperienza personale di lutto

Il filo conduttore che unisce queste riflessioni è rappresentato dalle esperienze personali di Smith riguardo al lutto, in particolare la morte del nonno, il suo primo incontro con la mortalità che ha alimentato demoni che avrebbe affrontato in seguito. I ricordi legati a quel periodo difficile sono presenti in gran parte del libro, rendendo evidente come le esperienze di visione dei film di Ghibli possano essere influenzate da questa prospettiva. In questo senso, l’opera invita a riflettere sulla propria relazione con lo studio, forse più di qualsiasi altro testo che tratti i loro film in modo più obiettivo.

Riflessioni stimolanti

Ogni capitolo del libro offre spunti di riflessione e Smith evita di semplificare il tema, non limitandosi a identificare solo temi “dark” nei film di Ghibli. Ad esempio, non si concentra solo su opere emotivamente pesanti come “Grave of the Fireflies” e scarta l’idea inflazionata di Totoro come un Shinigami (Dio della morte) che guida i bambini verso la loro fine. Tuttavia, nonostante la brevità del libro sia uno dei suoi punti di forza, si ha la sensazione che alcuni testi o concetti avrebbero potuto essere sviluppati ulteriormente. Per esempio, manca quasi completamente una discussione sulle capacità di dare vita e portare alla morte dello spirito forestale benevolo e misterioso di “Princess Mononoke”, una mancanza che sembra un’opportunità sprecata.

Un’opera unica nel panorama editoriale su Ghibli

Sebbene il libro si distingua per il suo approccio personale in un mare di pubblicazioni che funzionano più come guide o analisi storiche, questo è sia un grande punto di forza che una debolezza. Se da un lato permette di esplorare le esperienze di Smith e letture uniche di personaggi come Kaonashi (No-Face) da “Spirited Away” come simboli del lutto, dall’altro porta a sezioni che sembrano vagare, come se l’autore stesse elaborando questi sentimenti complessi sulla pagina. Alcuni errori di ortografia e grammatica contribuiscono a questo problema. Tuttavia, mentre questo stile di scrittura potrebbe risultare controverso, sarà particolarmente toccante per chi ha vissuto esperienze simili di recente.

“Now Go” si presenta come un’interessante lettura per gli appassionati di Ghibli, un’opera che si può gustare in un’ora o poco più. Per chi è in cerca di un titolo che si distacchi dalla massa, questo libro è un’opzione da considerare, soprattutto per sostenere un editore indie emergente.