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Visions of Mana: un nuovo capitolo per la serie

Visions of Mana rappresenta l’ultima avventura del noto franchise di Square Enix, che negli ultimi anni ha ripreso vita con nuove uscite, come Dragon Quest Monsters: The Dark Prince e Star Ocean: The Divine Force. Dopo circa dieci ore di gioco, è chiaro che il titolo trae spunto da altri RPG in tempo reale e open-world, come Tales e Xenoblade. Tuttavia, ciò che distingue Visions of Mana è il suo sistema di classi, che offre una flessibilità senza pari e meccaniche di combattimento uniche. Questo approccio, diverso rispetto ai precedenti giochi della serie, permette di rimanere fedele alle radici del franchise.

Una trama semplice ma coinvolgente

I giochi della serie Mana hanno sempre storie simili, spesso legate a un albero magico, e Visions of Mana non fa eccezione. Seguiamo le avventure di Val, un giovane scelto come Soul Guard, che deve intraprendere un pellegrinaggio verso l’Albero della Mana. Durante il suo viaggio, Val deve proteggere gli “Alms”, residenti speciali di ogni villaggio, destinati a sacrificarsi per mantenere il mondo al sicuro. Sebbene la trama sia semplice, riesce a stabilire immediatamente le giuste aspettative, evitando lunghe introduzioni.

Finora, la storia si rivela piuttosto prevedibile. I RPG con tematiche religiose o tradizionali tendono a presentare personaggi che iniziano a dubitare della loro missione. Visions of Mana non fa eccezione, ma i personaggi sono abbastanza affascinanti e dotati di una buona dose di profondità da mantenere l’interesse vivo. Val e la sua amica d’infanzia Hiina, l’Alm di Fuoco, formano una coppia romantica e spensierata, mentre i loro compagni Careena e Morley offrono uno sviluppo del personaggio più interessante. Careena, un ibrido drago/uomo, lotta con la propria autostima, mentre Morley, un gatto bipede, porta il peso di un evento catastrofico nel suo villaggio natale. Sono curiosa di vedere come evolveranno i loro archi narrativi.

Un sistema di classi innovativo

Durante il mio percorso, ho raccolto tre Spirit Vessels: il Boomerang dei Sylphidi, il Globo di Luna e la Fiasca di Undine. Questi oggetti offrono accesso a diverse classi di lavoro, simili a quelle di Fire Emblem. La novità di Visions of Mana è che ogni Vessel conferisce una classe unica a ciascun personaggio, rendendo ogni scoperta un momento entusiasmante, come scartare un regalo di compleanno.

Le classi variano notevolmente, ognuna con effetti e abilità distintive, rendendo interessante il passaggio da una classe all’altra, senza alcun limite a quante volte si possa cambiare. Per esempio, il Globo di Luna sblocca la classe Aegis per Val, aumentando le sue difese, mentre per Careena sblocca il Moon Charterer, che potenzia le probabilità di colpo critico dei compagni. Non solo le classi sono diverse, ma ognuna ha anche un’estetica unica, conferendo un tocco di individualità a ciascun personaggio.

Inoltre, mentre le Abilità di Classe innate non possono essere trasferite tra classi, nuovi attacchi e mosse possono essere appresi. Questo sistema di progressione risulta molto naturale, e non ho l’impressione di sprecare punti abilità investendo in determinate classi.

Finora, mi sto divertendo con Visions of Mana e non vedo l’ora di proseguire nella storia per raccogliere nuovi Spirit Vessels e sbloccare ulteriori classi. Questo sistema è fedele alla meccanica delle classi della serie, ma cerca anche di introdurre novità. Spero, inoltre, che la trama riesca a riservare qualche colpo di scena inaspettato per mantenere alta la mia attenzione, dato che finora molti sviluppi sono stati prevedibili.

Visions of Mana sarà disponibile su PC, PlayStation 4, PS5 e Xbox Series X|S a partire dal 29 agosto.