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Blue Period: l’arte come viaggio interiore

Blue Period ha catturato l’attenzione di molti lettori in Italia sin dalla sua uscita nel 2020. Questo manga, che unisce elementi di scuola e slice of life con il tema della pittura, offre una prospettiva fresca e realistica su un argomento poco esplorato nel panorama giapponese. La storia di Yatora Yaguchi, iniziata in Giappone nel 2017, ha riscosso un notevole successo, ottenendo premi prestigiosi come il 13º Manga Taishō e il 44º Premio Kodansha. Con il debutto della sua trasposizione animata su Netflix nell’ottobre 2021, il pubblico ha potuto immergersi in questa avvincente storia, che si conclude il 1 gennaio con 12 episodi che coprono la prima parte del manga.

La vita di Yatora Yaguchi

Yatora è un liceale dalla vita piuttosto ordinaria. È un allievo modello e trascorre il tempo libero con i suoi amici, dedicandosi a giochi, bevute e karaoke. Tuttavia, dentro di sé, sente un vuoto e non sa quale direzione prendere nel futuro. Un giorno, mentre ammira l’alba a Shibuya, viene colpito da una visione che lo spinge a realizzare un’opera d’arte per un compito scolastico. Questa esperienza si rivela rivelatrice: Yatora comprende che l’arte può essere la chiave per risvegliare la sua anima e dare un senso alla sua vita. La trama si sviluppa attorno alla sua crescita artistica e alla sua ambizione di entrare all’Accademia delle Belle Arti di Tokyo, una delle istituzioni più rinomate del Giappone.

L’arte come motore della storia

L’arte è il fulcro di Blue Period, e la determinazione di Yatora di entrare alla Geidai diventa il motore della narrazione. Ma non si tratta solo di aspirazioni accademiche: è una necessità interiore, una ricerca di espressione che emerge quando impugna il pennello. L’anime riesce a trasmettere l’importanza dell’arte e il suo potere unificante tra i personaggi, creando una storia attuale e coinvolgente.

Le tensioni legate agli esami di ammissione forniscono uno spaccato realistico della pressione che gli studenti giapponesi affrontano. Questo “inferno degli esami” (Shiken Jigoku) diventa un tema centrale, evidenziando la paura di diventare un Ronin, ovvero quegli studenti che tentano ripetutamente di entrare all’università. Questo status è visto come una sorta di stigma sociale, e molti giovani si trovano a dover lavorare part-time mentre si preparano per il prossimo tentativo.

La competitività del mondo artistico

Blue Period illustra la feroce competizione nel campo artistico in Giappone. Le università d’arte, sebbene prestigiose, sono poche e accettano un numero limitato di studenti ogni anno. I protagonisti, incluso Yatora, si concentrano incessantemente sull’obiettivo di entrare in queste istituzioni. Non basta essere talentuosi: occorre anche possedere una personalità unica e una visione creativa per attirare l’attenzione degli esaminatori. L’anime utilizza un linguaggio tecnico che potrebbe risultare difficile per i neofiti, ma l’accostamento di termini artistici con la rappresentazione visiva rende comprensibili le sfide del mondo dell’arte.

Un viaggio di scoperta

Yatora Yaguchi non è un genio, ma un ragazzo intelligente che si sente inadeguato rispetto agli altri. La sua crescita personale e artistica è al centro della narrazione, mentre i coprotagonisti rimangono in secondo piano, con storie meno approfondite. Tra questi, Yotasuke Takahashi emerge come un talento naturale, mentre altri personaggi come Kuwana e Hashida affrontano le proprie battaglie, mostrando che il percorso artistico non è privo di ostacoli.

Il legame tra Yatora e Ryuji/Yuka, un personaggio complesso, diventa cruciale. Nonostante le differenze, entrambi trovano nell’arte un modo per esprimere la loro vera identità. Yuka desidera mostrarsi per ciò che è, al di là delle aspettative familiari, mentre Yatora cerca di scoprire la sua anima attraverso la pittura. L’arte diventa un ponte che collega le loro esperienze e emozioni.

Un’estetica da perfezionare

Dal punto di vista visivo, Blue Period presenta alcune criticità. Se le opere d’arte sono raffigurate con colori vivaci e armoniosi, le animazioni dei personaggi e degli sfondi appaiono piuttosto piatte e rigide. Questo contrasto tra l’arte rappresentata e l’animazione può creare un certo disguido visivo, distogliendo l’attenzione dalla bellezza della storia.

Il messaggio di Blue Period

Blue Period è una metafora di impegno e perseveranza. Racconta la storia di un ragazzo comune che si lancia in un campo artistico che inizialmente gli è estraneo. Il suo desiderio di esprimere se stesso lo porta su un percorso di crescita e apprendimento, verso un futuro incerto ma pieno di soddisfazioni. È un anime che incoraggia tutti a inseguire le proprie passioni, nonostante le difficoltà.

A chi è consigliato Blue Period?

Blue Period è un anime per tutti, ma in particolare per chi ha una passione per l’arte. La storia parla di aspirazioni universali, ma si rivolge anche a chi vive l’arte come professione o passione. Solo coloro che sono immersi in questo contesto possono cogliere appieno le sfumature e le relazioni emotive che animano la narrazione. Pur essendo accessibile a un pubblico più ampio, gli appassionati di tematiche seinen troveranno in Blue Period una storia profonda e significativa, che si distacca dai canoni classici del genere.

Tematiche di rilievo

– Un tema originale e affascinante
– Rappresentazioni artistiche che si distinguono nel panorama visivo
– Un realismo attuale sulla pressione degli studenti giapponesi

Criticità

– Animazione grafica poco dettagliata e a volte rigida
– Termini tecnici che potrebbero confondere i neofiti

Blue Period riesce a catturare l’essenza dell’arte come espressione di sé e come strumento di crescita personale. Nonostante le sue imperfezioni grafiche, l’anime offre una storia profonda e toccante che parla a chiunque abbia il coraggio di seguire i propri sogni.