La Seconda Guerra Mondiale è un tema che continua a suscitare interesse, sia nel cinema che nella letteratura. Le esperienze di chi ha vissuto quegli anni portano sempre con sé insegnamenti preziosi e riflessioni profonde. Recentemente, J-POP Manga ha pubblicato SHOWA – una storia del Giappone, un’opera che ci permette di immergerci nella vita di Shigeru Mizuki attraverso una pregiata edizione che si compone di quattro volumi, di cui oggi prendiamo in esame il primo.
Un autore che ha fatto la storia
Shigeru Mizuki, originario di Osaka e cresciuto a Sakaiminato, è stato un celebre fumettista attivo dal 1922 al 2015, noto per le sue storie legate agli Yokai e al folklore giapponese. Tra le sue opere più famose si annoverano titoli come Spiriti Giapponesi e Mostri Giapponesi, che sicuramente avrete visto in libreria. Con SHOWA – una storia del Giappone, Mizuki decide di raccontare in modo intimo e personale la sua esperienza in un periodo storico tanto significativo e traumatico, con l’intento di tramandare le sue memorie e riflessioni alle generazioni future. Il periodo Showa, che va dal 1926 al 1989, segna la vita di Mizuki, che affronta le atrocità della guerra, la fame e la perdita della sua infantile spensieratezza.
Un racconto che inizia con un terremoto
Dopo aver trascorso del tempo in Papua Nuova Guinea come soldato, Shigeru ritorna in Giappone per dare inizio alla sua carriera di mangaka. Dopo alcuni brevi fumetti, nel 1959 crea Kitaro dei cimiteri, la sua opera di maggior successo che esplora il mondo degli Yokai. In SHOWA, uno dei personaggi di quel manga, Nezumi-Otoko, un yokai che è metà uomo e metà topo, diventa il narratore che con uno stile storico ci guida attraverso gli eventi dell’epoca. Questo elemento di narrazione documentaristica arricchisce ulteriormente la lettura, fornendo un contesto storico dettagliato che mette in luce eventi minori spesso trascurati.
Il primo volume ci porta nel 1923, a partire dal devastante terremoto del Kanto, che segna l’inizio di una grave crisi economica, fino al 1939, un periodo in cui l’esercito giapponese si espande in Asia, portando morte e distruzione. In questo contesto, Mizuki è un giovane discolo, coinvolto in risse di quartiere con i suoi fratelli. La madre si occupa della casa, mentre il padre, instabile nel lavoro, cerca fortuna a Osaka, sperando di sfuggire alla crisi economica. Mizuki è affezionato a Nonnamba, un’anziana che racconta storie di spiriti e leggende, accendendo in lui una passione per il disegno che darà vita alle sue future opere.
Un clima di incertezze e tensioni
Il Giappone di quel periodo è caratterizzato da un crescente militarismo: il governo impiega sempre più risorse per l’esercito, mentre i cittadini più vulnerabili si trovano a fronteggiare fame e povertà. Gli agricoltori ricevono sempre meno sostegno economico, e molti genitori sono costretti a vendere le proprie figlie o a mandare i bambini a lavorare. In questo clima di incertezza, cresce il malcontento, con manifestazioni di lavoratori che chiedono giustizia e dignità.
Mizuki, pur essendo ancora un bambino, percepisce che qualcosa sta cambiando. Le uniche guerre che conosce sono quelle tra bambini, ma il sentimento di nazionalismo viene alimentato anche tra i più giovani attraverso canzoni e riviste. Questo aspetto è interessante perché mostra come anche i più piccoli, senza comprenderne appieno il significato, emulassero le gesta dei soldati, considerati come veri e propri eroi.
Crescendo, Mizuki rimane disinteressato agli studi, ma ha un sogno: diventare artista. Senza un’università che lo accolga, inizia a cercare lavori per guadagnare qualche soldo, ma le sue lamentele lo rendono incapace di trovare un impiego stabile. La fine del primo volume ci porta al 1939, con l’ombra della Seconda Guerra Mondiale che si avvicina, destinata a coinvolgere anche lui.
Un mix di autobiografia e storia
Il fumetto offre un contesto ben definito, con una prima parte che può risultare più lenta, ma fondamentale per immergerci completamente nella narrazione. Non si tratta solo di un’informazione storica, ma di una realtà che ci fa respirare le ansie e le preoccupazioni di un’epoca lontana. La scelta di presentare informazioni storiche in modo chiaro e accessibile rende l’apprendimento più facile e coinvolgente.
Lo stile di Mizuki è caratterizzato da disegni semplici e caricaturali, ma sa adattarsi, con illustrazioni più realistiche o fotografie per rappresentare i momenti più gravi della storia, creando un contrasto stilistico efficace.
Un’opera che invita alla riflessione
SHOWA – una storia del Giappone di Shigeru Mizuki offre un’importante testimonianza, avvicinando il lettore agli orrori di uno dei periodi più bui della storia. La combinazione di narrazione storica e biografica rende l’opera coinvolgente. La vita di un giovane Mizuki, innocente e vulnerabile, crea un senso di inquietudine, lasciando il lettore in attesa di eventi futuri.
Racconti come questo sono essenziali per far comprendere le complessità della guerra e per riflettere sulle comodità che oggi diamo per scontate. L’edizione curata da J-POP è di alta qualità, permettendo di godere appieno dell’esperienza di lettura. SHOWA – una storia del Giappone è un’opera che merita di essere letta, non solo per il suo contenuto, ma anche per la sua bellezza estetica, rappresentando un investimento valido per tutti gli appassionati.