Se c’è una cosa che si deve riconoscere a Disney, è il merito di aver riportato alla ribalta un brand iconico come Star Wars, che ha sempre avuto una forte risonanza tra i fan nerd. Negli ultimi anni, è diventato sempre più raro incontrare qualcuno che non conosca il vasto universo di Guerre Stellari. Questa popolarità ha aperto la strada all’espansione della saga anche nel mondo dell’animazione e dei manga. Avrete sicuramente sentito parlare di Star Wars Visions, ma prima di questo, diverse serie animate avevano già iniziato a esplorare le storie collocate tra i film. Star Wars Rebels è un perfetto esempio di questo, quindi preparatevi a scoprire insieme a noi cosa ha da offrire!
L’era della ribellione
Il manga Star Wars Rebels, scritto da Akira Aoki, si basa sull’omonima serie animata creata da Simon Kinberg, Dave Filoni e Carrie Beck. Iniziata nel 2014, la serie conta quattro stagioni, e il primo volume del manga copre gli eventi della prima di queste. La storia è ambientata sul pianeta Lothal, nei territori dell’orlo esterno, circa cinque anni prima della battaglia di Yavin, l’epico scontro che porta alla distruzione della prima Morte Nera nel film Guerre Stellari (noto anche come Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza).
Per darvi un’idea, il manga si apre nello stesso periodo in cui Han Solo viene catturato da Boba Fett. Seguiamo le avventure di Ezra Bridger, un giovane con abilità straordinarie che vive di furti ai danni delle guarnigioni dell’Impero Galattico presenti sul pianeta. Durante un tentativo di assalto a un carico di merci, si imbatte in Kanan e nella sua squadra, i Spectres, composta da Hera, Chopper, Zeb e Sabine. Questo incontro segnerà l’inizio di una serie di eventi che approfondiranno il legame tra i protagonisti e il misterioso passato di Ezra.
Quando c’era l’impero
Star Wars Rebels affronta una tematica ricorrente nella saga: l’oppressione dell’Impero Galattico, che si trova al culmine del suo potere. È proprio a partire dall’anno 5BBY che iniziano a sorgere i primi gruppi di ribelli e dissidenti contro questo regime autoritario. Le situazioni raccontate nella serie, pur essendo ambientate in un universo di fantasia, risuonano con questioni contemporanee, rendendo la storia sia affascinante che attuale.
Il manga mette in luce il lato oscuro del progresso tecnologico dell’Impero, che sfrutta senza pietà i pianeti, compreso Lothal. Mentre l’Impero si avvale di armamenti e astronavi avanzate, c’è anche un lato meno evidente: l’assalto alle risorse naturali e strategiche che porta a povertà e desolazione. In questo contesto, emergono figure disposte a combattere per la libertà e a mantenere viva la speranza.
A volte si viene colpiti
Per quanto riguarda l’adattamento di Akira Aoki, è fondamentale analizzarlo sotto due aspetti: i personaggi e la trama. Chi ha visto la serie animata potrebbe notare alcune perplessità. Sebbene il manga sia scorrevole e ben impaginato, si avverte il problema di condensare troppi episodi (ben 15) in soli tre volumi. Questo porta a tagli nelle sotto-trame, come nel caso dell’agente Kallus, che ha un impatto notevole su Zeb, suo rivale.
La mancanza di atmosfera e di profondità si riflette su molti personaggi, tranne che per Ezra e Kanan. A volte, figure come Sabine possono passare inosservate nelle scene di battaglia, mentre il lavoro stilistico presenta alcune discontinuità. Alcuni dettagli sono ben realizzati, ma la mancanza di contrasto tra bianco e nero può risultare poco efficace per un’opera di questo genere. Un esempio emblematico è il primo piano di Kanan, che appare sinistro senza giustificazione.
Un altro aspetto da considerare è la traduzione delle frasi, che può risultare a tratti frammentata, creando momenti di confusione, specialmente nel finale.
E altre si colpisce
Tuttavia, il finale del manga porta un grande valore aggiunto: le pagine che presentano una versione manga del libro “I Signori dei Sith”, un’opera che ha permesso ad Akira Aoki di vincere il contest “Line Manga Star Wars Indies Award 2017”. Una bella aggiunta a un volume difficile da trovare in Italia.
Tornando alla trama, ci sono elementi positivi nel lavoro dell’autore: i tratti sono morbidi e ben definiti, e le tavole scorrono piacevolmente, sia nelle scene più stilizzate che in quelle più dettagliate. I personaggi sono rappresentati in modo più incisivo rispetto alla serie animata, grazie a uno stile più dolce che riesce a comunicare meglio emozioni e pensieri.
Star Wars Rebels è un manga che non si raccomanda a tutti, ma è perfetto per chi ha già una conoscenza del mondo di Guerre Stellari. Anche se un fan alle prime armi potrebbe apprezzare la storia, chi conosce la serie potrà cogliere i riferimenti e le sfumature che la rendono speciale. Chi ha visto la serie potrebbe pensare che il volume non sia all’altezza, ma personalmente l’ho trovato abbastanza interessante da voler seguire anche i successivi due volumi. In fondo, 4,90 euro non sono un grande investimento per un’opera di buona fattura.
Un universo genuino…
Star Wars Rebels lascia un’impressione iniziale un po’ incerta: da un lato, la storia ha una base solida che invoglia alla lettura, ma dall’altro, si sente una certa mancanza di profondità e caratterizzazione. Chi legge rischia di non riuscire a empatizzare con i protagonisti.
In termini di omaggi, se Alice in Wonderland aveva superato le aspettative, questo volume si colloca in una zona grigia tra un buon manga e una mera riproduzione. Molti dei difetti sono recuperabili, e ci sono aspetti positivi, ma è evidente che manca qualcosa. Solo con l’opera completa potremo scoprire se lo stile di Akira Aoki e la sua visione di questo universo sapranno dare nuova vita alla serie di Filoni, Kinberg e Beck, permettendo a ulteriori manga di continuare a esplorare le saghe del brand. Insomma, se la Forza è debole, ha sempre la possibilità di crescere!